Pampucet è il nome piemontese della primula. Un fiore che spunta nei nostri prati dal terreno indurito dal gelo dell’inverno e sboccia ai primi raggi di sole, lievi carezze che parlano di vita. Segno di risveglio e di ripartenza.
Questo è ciò che offriamo ai nostri ospiti: una pausa e una ripartenza.
Un luogo per rigenerarsi e rifiorire circondati dai tanti amori che si respirano in questa antica canonica settecentesca. L’amore per la natura e per le rose, per i panorami delle colline del Monferrato, per il silenzio rotto solo dal rintocco delle ore del vicino campanile. L’amore per i libri di Antonella, tanti, sparsi ovunque e per la poesia che spesso leggiamo ad alta voce la domenica mattina con qualche amico poeta che passa di qui.
L’amore per la musica e l’arte, per le cose belle della vita, la buona tavola,
il buon bicchiere, le chiacchiere all’imbrunire. Per la semplicità. Ma anche l’amore di Antonella e Silvano, i proprietari, perché nient’altro al mondo avrebbe potuto convincere Silvano, vecchio lupo di mare, ad abbandonare la sua barca. Pampucet è un ricordo.
Il ricordo del dialetto antico di queste terre, un mondo che era e che sarà.
Ritrovare le nostre radici è indispensabile per rifiorire. Gli alberi ben piantati resistono alle tempeste, così noi, se sappiamo ritrovarci.
Pampucet è un luogo di lentezza e di meraviglia, per ritrovare il cammino partendo innanzitutto dalle parti essenziali di noi stessi.
Antonella e Silvano
Il legame di Antonella con queste terre ha origini antiche. Sua nonna Antonietta Vicario nasce e cresce insieme alla sorella Adelaide a Cocconato. Nel piccolo cimitero del paese ci sono le tombe di quel ramo di famiglia. Antonietta, maestra di scuola elementare, sposò Ferdinando Parigi, erede di una famiglia di produttori di vermouth a Chivasso. Durante la guerra la famiglia Parigi sfollò a Cocconato per sfuggire ai bombardamenti di Torino della Seconda guerra mondiale. In quelle colline Antonio, il padre di Antonella, giovane diciottenne si unì ai partigiani rischiando molte volte la sua vita per la libertà e la democrazia.
Oggi traccia di questa storia la trovate degustando il vermouth Parigi da poco rimesso in produzione. Antonella dopo una vita interamente torinese ha riscoperto le sue radici facendo per cinque anni l’Assessore alla cultura e al turismo della Regione Piemonte. Percorrendo su e giù il paesaggio collinare di queste terre, ha ritrovato un pezzo di se stessa e della sua infanzia.